Insuperato tra gli studiosi che hanno lasciato un segno nell’ambito della storia dell’ebraismo dell’Italia meridionale, Cesare Giorgio Colafemmina (Teglio Veneto, Venezia 23 aprile 1933 - Grumo Appula, Bari 12 settembre 2012) costituisce un punto di riferimento nella storia della ricerca, in quanto per primo ha saputo condurre una ricerca sistematica su fonti in gran parte inedite, salvo le indagini mirate alle iscrizioni ebraiche avviate da  Graziadio Isaia Ascoli e Umberto Cassuto. Dall’epoca del grande quadro generale sull’ebraismo meridionale delineato storicamente dal Ferorelli (Gli ebrei nell'Italia meridionale: dall’età romana al secolo XVIII, Il vessillo israelitico, Torino 1915), non c’era ancora stato chi indagasse a fondo sulle testimonianze delle presenze ebraiche nell’Italia meridionale, affrontando pioneristicamente e in solitudine – senza poter contare su veri e propri collaboratori, ma solo su amici/colleghi sparsi in tutto il mondo –, ricerche inedite in settori anche molto differenti tra loro: storiografia, archeologia, epigrafia, fonti documentarie e letteratura.

Colafemmina è ricercatore confermato dal 1980 per il gruppo di discipline n. 30 alla Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Bari, dove insegna Epigrafia e Antichità Ebraiche dal 1992 al 1999 (successivamente è docente di Letteratura Ebraica nell’Università della Calabria dal 2002 al 2006 e dal 2008 al 2009), ma già precedentemente aveva insegnato per circa venticinque anni nel Pontificio Seminario di Molfetta (nel 1984 incaricato dalla Conferenza Episcopale Pugliese dell’insegnamento di Lingua Ebraica).

In quarant’anni di lavoro ‘autarchico’ sulla presenza ebraica nell’Italia meridionale, unico ebraista nell’Università degli Studi di Bari, Colafemmina intesse una fitta rete di rapporti con altri studiosi italiani ed esteri, da cui è considerato il massimo studioso sul piano internazionale dell’ebraismo nel Meridione d’Italia. Di questa vasta attività “sociale” è prova il suo ruolo nell’AISG-Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo, di cui è  socio e consigliere, offrendo numerosi contributi per i convegni, pubblicati per la rivista Materia Giudaica diretta da Mauro Perani. Sul territorio, Colafemmina non manca di partecipare alle attività della Società di Storia Patria per la Puglia, pubblicando un importante lavoro su commissione, Gli Ebrei a Taranto. Fonti documentarie , SSPP, Documenti e monografie, vol. LII, Bari 2005, oltre a diversi contributi per l’Archivio Storico Pugliese.

Per ricordare le realtà di cui si è occupato maggiormente nei territori dell’Italia meridionale, basterebbe ricordare l’esperienza di Venosa, dove Colafemmina ha iniziato il suo lavoro dalle ricognizioni di aree sepolcrali e di epigrafi, tipiche delle ricerche sull’Italia meridionale. A Venosa Colafemmina  scopre nuove catacombe ebraiche e cristiane, insieme ad altri settori – in particolare un’epigrafe consolare e un affresco nelle catacombe note dal 1853 – e pubblica nuove epigrafi ebraiche altomedievali. Dal 1972 all’80 Colafemmina lavora alla grande indagine su Venosa, raccogliendo immediatamente i primi frutti con Apulia cristiana. Venosa. Studi e scoperte (Ecumenica Editrice, Bari 1973).

Agli scavi di Venosa, Colafemmina (afferente all’Istituto di Letteratura Cristiana Antica dell’Università di Bari) ha la possibilità di lavorare per l’ultima volta dal 18 al 28 maggio 1981 con l’americano Eric Meyers della Duke University. Seguiranno, negli anni ’80, le pubblicazioni: “Saggio di scavo in località Collina della Maddalena a Venosa. Relazione preliminare”, Vetera Christianorum 18 (1981), pp. 443-451; “Archeologia ed epigrafia ebraica nell’Italia meridionale”, in Italia Judaica. Atti del I Convegno internazionale (Bari, 18-22 maggio 1981), Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1983, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi 2, pp. 199-210; “Tre iscrizioni ebraiche inedite di Venosa e Potenza”, Vetera Christianorum 20 (1983), pp. 443-448; “Tre nuove iscrizioni ebraiche a Venosa”, Vetera Christianorum 24, 1987, pp. 201-209; “Epigraphica Hebraica Venusina”, Vetera Christianorum 30, 1993, pp. 353-358.

A seguito di tanto impegno, per l’area della Collina della Maddalena di Venosa – che tuttora presenta grandi problemi legati alla franosità del terreno, cosparso all’interno di cunicoli – il Ministero ha cominciato a pensare ai restauri. Altre importanti individuazioni di aree cimiteriali ebraiche sono effettuate da Colafemmina con riguardo alla Puglia (Oria e Bari) e la Sicilia (Noto).

Dopo le scoperte archeologiche e un lavoro sul territorio che ha portato Colafemmina a indagare sulle aree e sui siti legati alle presenze ebraiche nell’Italia meridionale, nella sua seconda fase dell’attività scientifica sono diventati i documenti il terreno privilegiato per ricostruire un quadro che va dall’Altomedioevo all’Espulsione dal Viceregno, non trascurando di allargare il panorama alle altre minoranze e alle convivenze con la società cristiana dell'epoca.

Nel 1980 Colafemmina è coinvolto nel progetto “Italia Judaica” ideato e diretto da Shlomo Simonsohn (allora rettore dell’Università di Tel Aviv), a cominciare dal primo convegno internazionale, organizzato a Bari in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica per la Puglia e all’Archivio di Stato diretto da Giuseppe Dibenedetto. Di “Italia Judaica” Colafemmina diventa il referente per il Sud Italia, pubblicando nel 2012 Jews in Calabria per la collana «A Documentary History of the Jews in Italy» diretta dallo stesso Simonsohn ed edita da Brill. Tra gli inediti pubblicati postumi ci sono tantissime voci sulla storia delle presenze ebraiche nelle città dell’Italia meridionale nell’opera Historical Lexicon of the Jews in Italy, a cura di Shlomo Simonsohn.

Tra le sue pubblicazioni riguardanti i documenti, oltre al già citato Ebrei a Taranto, spiccano: La presenza ebraica in Puglia. Fonti documentarie e bibliografiche a cura di C. Colafemmina, P. Corsi, G. Dibenedetto (Bari, 1986); Gli Ebrei in Terra di Bari durante il Viceregno spagnolo. Saggio di ricerche archivistiche, a cura di C. Colafemmina, G. Dibenedetto (Grafiystem, Bari 2003), edito in occasione dell’VII Convegno internazionale di Italia Judaica, ospitato a Trani; Documenti per la storia degli ebrei in Puglia nell’Archivio di Stato di Napoli (Bari 1990 - nuova edizione riveduta e ampliata Messaggi, Cassano Murge, 2009); Ebrei e cristiani novelli in Puglia. Le comunità minori, Bari 1991.

Colafemmina fonda nel 1985 il “Bollettino di ricerche sulla storia degli Ebrei nell’Italia Meridionale” Sefer yuḥasin (Libro delle generazioni), dedicato alla pubblicazione di documenti – spesso atti tratti da protocolli notarili –, studi e notizie bibliografiche sul tema.  Intitola il suo Bollettino come la nota opera sull'ebraismo nel Mezzogiorno e nell’Africa mediterranea scritta in ebraico nell'XI secolo: il Sefer yuḥasin di Aḥima'az ben Patiel da Oria, tradotto in italiano ed edito con commento dallo stesso Colafemmina (Messaggi, Cassano Murge 2001). Nella presentazione al Numero zero, auspica: «questo bollettino con l’aiuto degli amici speriamo diventi una rivista», spiegando che «intende presentare notizie e documenti sugli ebrei di “casa nostra”, cioè dell’Italia meridionale, una terra che per secoli fu una delle aiuole più vivaci e belle dell’Ebraismo nella Diaspora».

A Trani  Colafemmina crea un luogo di testimonianza unica della storia dell’ebraismo nell’Italia meridionale, un un allestimento museale storicizzato (realizzato a cura dell’architetto Giorgio Gramegna): il Museo-Sinagoga-Sant'Anna, Sezione Ebraica del Museo diocesano, nell’ex Sinagoga Scola Grande.

La progettazione e la cura dell’unico museo italiano dedicato all’ebraismo per il periodo medievale rappresenta per lo studioso l’acme del suo percorso alla riscoperta delle testimonianze ebraiche epigrafiche, architettoniche, storico artistiche e documentali. Nel 2012 Colafemmina fondato il CeRDEM- Centro di Ricerca e Documentazione sull’Ebraismo nel Mediterraneo (https://www.cerdem.com), successivamente intitolato a suo nome, a cui dona l’Archivio privato, dichiarato di importante interesse culturale dal MiBAC - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia (con Decreto del 6 agosto 2012, prot. 8170).

Tra le attività del CeRDEM ci sono progetti riguardanti ricognizioni e catalogazioni di fonti e testimonianze sulla presenza ebraica nel Mediterraneo, continuando le ricerche nel segno degli studi di Colafemmina. Le prime pubblicazioni del CeRDEM, progettate con Cesare Colafemmina presidente onorario, in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia e della Basilicata, allora diretta da Maria C. Nardella, escono dopo la scomparsa dello studioso:

Cesare Colafemmina, Ebrei a Trani. Fonti documentarie. Andria, Barletta, Bisceglie, Corato, Molfetta, Trani, a cura di Mariapina Mascolo, CeRDEM – MiBACT Soprintendenza Archivistica per la Puglia, Università degli Studi di Bari, Bari 2013.

Mariapina Mascolo - Maria C. Nardella (a cura di), Archivi per la storia degli Ebrei in Puglia. Le fonti ebraiche e i regesti dei documenti nelle trascrizioni di Cesare Colafemmina, CeRDEM, MiBACT-Soprintendenza Archivistica per la Puglia, Università degli Studi di Bari, Bari 2014.

 

Mariapina Mascolo © 2020

presidente CeRDEM